Venerd’ 30 settembre ha preso il via da Sezana la prima edizione del “Istra Land Bikepacking Adventure”, un evento gravel bike e bici da montagna, categoria bikepacking limitato a 300 partecipanti. Un percorso di 434 km e 6.540 m dsl. attraverso i sentieri, le spiagge, i single track e le montagne della penisola istriana.
Gli organizzatori che a metà settembre hanno inviato la traccia del percorso agli iscritti descrivono così questa avventura: “Istra land é un viaggio alla scoperta delle meraviglie dell’Istria. Questo percorso è una panoramica geografica completa della regione. Vi condurrà dalla vista mozzafiato sulle isole della Dalmazia al mare cristallino del Parco Nazionale di Kamenjak, dal singletrack della cresta dell’Učka alle strade sterrate polverose lungo la costa. Preparati per un’avventura in bicicletta che svelerà i segreti dei tre colori dell’Istria: l’Istria bianca, come i calcari intorno alle cime delle montagne; L’Istria Grigia (o Gialla), come le fertili terre interne; e l’Istria Rossa, come la terra argillosa vicino alla costa“.
Due impavidi atleti della nostra squadra si sono presentati al via a Sezana: Alessandro Casale e Walter Bianco. La piacevole mattinata soleggiata faceva ben sperare per i giorni futuri in realtà il tempo è cambiato molto rapidamente e i partecipanti si sno ritrovati, ben presto, ad affrontare sentieri fangosi e scivolosi con temperature piuttosto basse.
Walter ha dovuto interrompere dopo il secondo giorno la sua avventura ma ha comunque percorso 103 km con 2.424 m dsl il primo giorno e 56 km e 898 m dsl. il secondo giorno, arrivando a Trieste. vedi di seguito la sua traccia.
Alessandro, avezzo ai sentieri gravel è partito con l’idea di completatare il tragitto a qualunque costo. E così è stato. Lui stesso commenta così la sua “Istra land”: alla partenza eravamo in circa 180 partecipanti,
provenienti principalmente da Italia, Slovenia e Croazia. Siamo partiti da Sezana, diretti a sud, pronti per affrontare i dislivelli più importanti dal Kokos al Golic e, entrati in Croazia, continuando poi sul Kadički, scendendo verso il mare per poi risalire fino al Vojak ( 1.400 m) dove era situato il primo chekpoint. Clicca qui per il video.
Da li si scendeva, tra i sassi per gran parte portage, fino ad arrivare ad una strada forestale che molto velocemente, ci riportava al livello del mare.
Il meteo avverso dei giorni precedenti aveva reso la pianura una distesa di fango, per lunghi tratti “impedalabile”, dove eravamo costretti a spingere il nostro mezzo. Arrivati a Potpićan (110 km) simao entrati nel primo centro abitato e finalmente un locale dove mangiare e riscaldarci. Da qui siamo ripartiti per gli ultimi 20 km, fino ad arrivare alla fine della prima tappa: in totale 138 km e 2.580 m disl.
Il giorno successivo abbiamo costeggiato spesos il mare per poi rientrare nei boschi dove abbiamo trovato la parte più impegnativa del percorso tra fango e vegetazione. In molti tratti è stato necessario procedere spingendo la bici o meglio ci si aggrappava a lei per non scivolare.
Usciti dalle zone boschive si ritornava sulla costa, il cui spettacolo ci ha fatto dimenticare le fatiche appena passate. Un rapido bagno per togliersi il fango di dosso e siamo arrivati a Kamenjak dove era posizionato il secondo checkpoint. Clicca qui per il video. Risalita la penisola e lasciataci alle spalle prima Premantura e poi anche Pola, tra asfalto e strade bianche scorrevoli, siamo arrivati a Canfanaro.
Qui decido di concludere il secondo giorno avendo ormai percorso 125km con 1.420 disl. Il fango ha rallentato di molto il cammino visto che, inizialmente avevo preventivato di concludere la seconda tappa a Montona.
Una mail dell’organizzatore ci consiglia di evitare il tratto tra Canfanaro e Antignana a causa della presenza di tratti impraticabili e ci suggerisce una deviazione su asfalto molto apprezzata dai partecipanti.
Il terzo e ultimo giorno è trascorso piacevolmente. Ho oltrepassato Montona, poi Levade e infine, seguendo la Parenzana, sono arrivato a Sicciole.
Da qui la traccia tagliava in direzione Est, lungo una valle che risalendo lenta ma inesorabile (forse le gambe stanno finendo) ci portava, tra sali e scendi continui, verso Galignana. Ho controllato il dislivello totale e ho fatto due conti, pensando che sia finita, invece l’altimetria totale sarebbe stata maggiore di quella prevista. Il tracciato proseguiva quindi nei boschi dove si era costretti a spingere nuovamente la bici. Poi alcuni singletrack in discesa impegnativi ma alla fine sono giunto a Kozina e poi Pesek dove ci si sentiva finalmente arrivati perchè si entrava nei boschi di casa, la cara vecchia ciclabile e infine i sentieri verso Orlek, che non sono mai stati così belli.
Gli ultimi chilometri mi portano finalmente a Sezana dove Luca e Bea aspettano i “finisher” per un abbraccio e per darci dei generi di conforto. Nella terza tappa ho percorso 157 km e 2.200 m dsl.
Secondo Alessandro, che di “bikepacking adventure” nè ha fatti diversi, i trail sono un viaggio nel mondo e dentro di noi. Si parte con l’idea di farli in gruppo ma si finisce a stare soli , i compagni ci sono ma non sono a ruota come nelle gite domenicali , a volte ti separano decine di km. Le gambe girano , la testa viaggia, vorresti fotografare tutto ma non puoi e allora ti guardi attorno e fissi immagini che ti ritorneranno a distanza di giorni. Devi mangiare continuamente anche se non hai fame devi bere fino alla nausea. Se arriva la fame sei finito. Incontri e reincontri più volte le stesse persone che alla partenza vedi come avversari ma che poi diventano i tuoi compagni di viaggio.
Arrivi a casa distrutto e pensi “mai più” ma già lo sai che passato qualche giorno inizierai a pensare al prossimo.