Di seguito l’esauriente relazione della “Carso Trail” scritta dal nostro infaticabile Presidente, C. Puntaferro:
La carovana dell’ XC TEAM Trieste è partita per la “Carso Trail” in modalità “avventura” con sacco a pelo, salviette umide, qualche sigaro e qualche banconota in tasca.
La formazione di partenza era così composta: Cuoricino, Walter Bianco, Giovanni Grilli, Daniele Stein, i fratelli Schiavon, Giacomo e Giulio, Mauro Bruni e solo per il primo giorno, special guest: Renato Radovini e Marco Perosa.
Sicuramente alla partenza eravamo ignari della grande avventura che ci aspettava e dalle risate infinite che ci avrebbero accompagnato, anche nei momenti più difficili.
Siamo partiti pronti e belli carichi. alle 8:30 di venerdì 11 giugno dall’ Albatros a Marina Julia.
I primi km sono trascorsi tranquilli fino a quando il nostro Giulio Schiavon da inizio alla prima di una serie di forature. A questo proposito vale la pena ricordare che Giulio si è presentato alla partenza con una gravel in ghisa, con anche il portapacchi in ghisa sul quale aveva legato con lo spago una borsa nera di Just Eat, una maglia in puro cotone con un buco sotto le ascelle e con la scritta Bubba e una scatola di sigari da consumare durante il percorso.
Riparate le forature, al 46 km c’è stato il primo stop in pub del campo del zarja, per mangiare qualcosa di leggero prima di continuare. Per leggero si intendeva un pasta con il goulash in quantità industriale, birre a volontà e qualche timida Coca Cola.
La carovana si è poi messa nuovamente in moto in direzione dell’Orsario e, dopo aver percorso il Gemina ed il Sentiero della Salvia ci siamo diretti verso Doberdo’ del Lago. Ci siamo fermati in un bar dove la titolare ha sgranato gli occhi vedendoci entrare solo perché abbiamo ordinato qualche birra e qualche caffe’……si vede che non vedeva clienti da qualche anno e lei era sulla soglia dei 90 anni….
Rimontiamo in sella. Renato e Marco ci lasciano per tornare a casa mentre la nostra avventura continua.
Il morale del gruppo è alto e ci siamo diretti, senza inconvenienti di rilievo, verso Gorizia. Cuoricino, come sempre non sta mai zitto e ha continuato a parlare durante tutto il tragitto. Trovandosi però a pedalare in scia di Giulio, respirava il fumo dei sigari ed è come se né avesse fumato una scatola.
Verso le 19.30 abbiamo deciso per un “Pit Stop” tattico al fine di prendere delle camere d’aria e decidere come procedere e dove avremmo potuto passare la notte, considerando che il sole andava verso il tramonto, la fame cominciava ad aumentare e la nostra meta era Cividale del Friuli.
Le ascese e discese del Collio si susseguivano una dietro l’altra e avevamo l’assoluto bisogno di trovare, al più presto, una trattoria per mangiare.
Siamo entrati in un piacevole agriturismo dove le ragazze che ci lavorano ci hannno accolto con grande simpatia. Nonostante la stanchezza, abbiamo subito notato che non portavano il reggiseno. A questo punto, senza più alcun dubbio, siamo scesi dalle bici contenti e, nonostante avessimo appena digerito il Goulash mangiato a pranzo, abbiamo ordinato degli ottimi piatti annaffiati da litri di birra.
Dopo aver mangiato, riposato e salutato le cameriere di cui sopra, siamo ripartiti sempre con destinazione Cividale che distava all’incirca, in linea d’aria, 35chilometri.
La notte si è fatta veramente scura e le nostre luci si sono accese. In mezzo ad un bosco abbiamo trovato fango che non ci lascerà in pace per molto tempo… pozzanghere, pozzanghere e ancora pozzanghere fangose. Oltre ciò in uno dei boschi attraversati, abbiamo trovato un cartello con scritto “Attenzione vipere e rane”….. Hihihihihihi…..comunque nessuno, ha avuto poi il coraggio, vista anche l’oscurità di appoggiare il piede per terra.
Non appena giunti a Cividale ci siamo messi alla ricerca di un luogo dove dormire con il nostro sacco a pelo. Visto che nelle vicinanze dell’ospedale c’era troppo vento, abbiamo deciso di accamparci per qualche ora in un parco con anche un monumento nel mezzo. Erano già le 2.00 di notte e probabilmente un po’ di rumore lo abbiamo fatto. Infatti un personaggio non ben identificato ha iniziato, verso le 4.00 ad inserire, con veemenza, delle bottiglie nel cassonetto del vetro per una decina di minuti…. La domanda che ci ha perseguitato per tuto il cammino è stata…. “o el iera pien come un mus o el voleva sveiarne“.
Alle 5.30/6.00 del sabato ci siamo svegliati e abbiamo provato a rimetterci in sesto per la giornata finale. Ripartiamo, cercando però un posto dove poter fare almeno una colazione decente.
A quell’ora, in furlania, non c’era nemmeno un bar aperto. I chilometri passavano, passavano, passavano e si cominciava a salire, salire, salire. La prima fermata della carovana sarebbe stata Castelmonte.
Da lì si cominciava l’ Alpe Adria Trail sul quale il percorso, per la nostra gioia, saliva vertiginosamente con tratti impedalabili. Il nostro pensiero d’amore andava costantemente agli organizzatori Petrinka, Maggiore, Sega.
Finite tutte le salite iniziava la discesa con la speranza che si vada verso Cividale senza più salite.
Invece il suddetto trio della Carso Trail aveva pianificato l’ultimo scherzetto…Passo s. Martino…. 4.7 km e 450 m di dslv…
A metà salita Cuoricino si ferma e, una coppia dal proprio terrazzo, gli descrive la bellezza dei posti in cui si trova nonché lo informa su un albero di castagno che è, a loro dire, il più vecchio d’Europa…scusi signora, ma a me che c….o me ne frega del castagno devo arrivare al passo…. E intanto la temperatura saliva….
Arrivati finalmente tutti in cima, sani e salvi, ci siamo buttati a capofitto in discesa verso valle dove abbiamo trovato un altro agriturismo, questa volta con il laghetto delle trote. Naturalmente ci siamo fermati a mangiare e bere e dopo esserci riposati ed aver preso #salata#, come detto dalla cameriera, ci siamo rimessi in sella verso Cividale.
Ormai ci tocca il pezzo in discesa fino alla fine…gli ultimi 100 km vediamo solo campi “de panoce, panoce e ancora panoce”.
I chilometri passano inesorabili così come i sigari di Giulio, che in pianura se li sfumazzava pensando alle birre dell’ arrivo….. e in un batter d’occhio siamo a Palmanova, subito dopo ad Aquileia e quindi siamo arrivati nel centro di Grado tra i tavoli dei ristoranti pieni di avventori e poi via verso la spiaggia libera dove sarebbero iniziati, secondo noi, gli ultimi chilometri verso Marina Julia.
Ma, quanti cazzo di km ci sono fino a Marina Julia? …..Pochi… penserete voi.
Assolutamente no, perchè i nostri 3 amici della Carso Trail hanno voluto allungare il percorso facendoci fare delle “vasche” su e giù per gli argini fino all’imbrunire, dove venivamo mangiati dalle zanzare come fossimo delle caramelle.
La fatica oramai era tanta ma comunque negli ultimi chilometri siamo andati a tutta. Abbiamo tagliato il traguardo alle 21.45 di sabato 12 giugno. Ci siamo fatti le foto di rito e, guardandoci negli occhi, ci siamo detti….. :ma quanto ci siamo divertiti. Qui trovate il link al video di questa avventura professionalmente realizzato da Mauro Bruni.
Un sentito ringraziamento a tutti i compagni di avventura…. Naturalmente i nostri complimenti agli organizzatori della Carso Trail: Luca Petrinka, Marco Sega e Patrick Maggiore che ogni anno ci fate vedere posti nuovi, ci fate divertire e ci fate amare sempre di più il nostro territorio.