,Domenica 2 luglio si è svolta la 36a edizione della Maratona dles Dolomites-Enel. Come ogni anno è stato scelto un tema che ispira la manifestazione. Quest’anno il tema era Umanité. Patron della manifestazione Michil Costa, presidente del Comitato Organizzatore, qui con Vincenzo Nibali.
Rrinnovando lo spettacolo dei passi dolomitici chiusi al traffico e dedicati alle biciclette ben 7.918 i ciclisti partiti alle ore 6:30 da La Villa (Bz) hanno animato le rampe del Passo Campolongo, prima asperità della giornata, seguito poi dagli altri Passi dolomitici. Sullo sfondo le guglie hanno incorniciato un paesaggio da cartolina. L’arrivo come sempre a Corvara.
Tre i percorsi come da tradizione: il lungo, 138 chilometri e 4.230 metri di dislivello, il medio, 106 chilometri e 3.130 metri di dislivello ed il Sellaronda, 55 chilometri e 1.780 metri di dislivello.
Quest’anno sono stati selezionati per la nostra squadra i seguenti atleti: Renato Radovini, Andrea Skerl, Manuela Stiastny, Michele Sanapo, Enzo Federico e Christian Pramparo, insieme alla compagna Debora. Presente anche Andrea Scarabat che ha utilizzato la modalità charity, cioè l’iscrizione di beneficenza.
Raggiunta Corvara il sabato pomeriggio e dopo una piacevole cena, magistralmente preparata da Manuela e Andrea nel loro camper, tutti a dormire visto che, il giorno dopo, li aspettava una levataccia.
Così Andrea descrive la sua esperienza : ” che dire … come sempre Dolomiti fantastiche che non fanno sentire (più di tanto) la fatica… Dopo una settimana passata col camper a Corvara insieme a Manuela passando le giornate tra bici e lunghe scarpinate arriva la domenica… sveglia alle 4:45 … colazione … vestizione… ritrovo con i compagni di squadra e alle 6:30 partenza (la nostra onda è partita peró alle 7:00).
Percorso un falsopiano fino a Corvara e passato il centro del paese è il momento di alzare la testa… i tornanti del Campolongo con una continua fila di ciclisti a salire il passo… che spettacolo… magari un po d’invidia per quelli che erano già lassù in alto. Ma ci attendono altri 5/6 passi quindi si continua a pedalare … e ldavanti a noi si alternano panorami mozzafiato … in salita si sta bene ma in discesa bisogna coprirsi perchè l’aria è fredda..
Passa il tempo e si risale di nuovo il Campolongo dove Manu e Debby sono presenti al scollinamento per incitarci….grandi. Sono salite a piedi da Corvara per essere presenti… ed inizia la discesa verso il Falzarego con sullo sfondo il Pelmo ed il Civetta .. spettacolo.. ed inizia l’ultima salita Falzarego e Valparola… a no c’è ancora il Mür dl Giat (Muro del Gatto una salita lunga 400 metri con una pendenza media del 13.4%.)… tratti con percentuali impegnative.. ma adesso manca solo il traguardo… e naturalmente subito dopo il giro di fine giro… una fresca birra aspettando Michele che ha deciso di procedere verso il Giau per completare il giro lungo.
Alla fine pasta party e birra tutti assieme guardando le premiazioni dei primi arrivati dei vari percorsi”
Il nostro socio Scarabat ha invece raccontato così la sua gara: “…e siamo di nuovo a La Villa, per l’ennesima volta, per la quinta Maratona. Non era scontato. L’aritmia sempre presente, il colesterolo alto, “l’emozione” di una TAC coronarica, poi finalmente l’agognato certificato. E’ bello essere ancora qui.
Le sensazioni sono buone, una buona base di preparazione invernale e ventimila metri di dislivello negli ultimi due mesi, affrontati con tutti i mezzi a mia disposizione (motorizzati e non), hanno “prodotto” una buona gamba. Ma al venerdì al ritiro del pettorale piove. E piove sul bagnato perché alle altre magagne si aggiunge un mezzo colpo della strega. Però non si molla, cerotti antinfiammatori e via! Alla domenica mattina siamo ancora alla partenza. Che belli i pettorali con il nome. L’iscrizione di beneficienza mi garantisce un griglia privilegiata per cui si va via che è una meraviglia.
A Corvara sulla prima rampa del Campolongo la catena rimane sul cinquanta senza difficoltà…buon segno. Trovo sulla mia strada un ciclista americano “Joel Fast” è il nome sul pettorale. Se lui è Fast io sono Furious, mi dico, e lo supero agevolmente. La vecchaia ha i suoi vantaggi. Uno di questi è che non ti ricordi i tempi delle volte precedenti. E così salgo sul Campolongo con la sensazione di avere una velocità alla Tadej Pogačar ed invece sono leggermente più lento degli anni scorsi. Ma non è un problema perché comunque sono salito senza sforzo e in discesa sorprendentemente recupero un po’ di tempo.
Tocca al Pordoi. La salita peggiore di giornata per me. Ma sono stranamente lucido. Mi meraviglio di me stesso, vado via regolarissimo con il mio passo e riesco anche a trovare il tempo e la voglia di ammirare, pedalando, qualche scorcio dolomitico davvero incantevole.
Stavolta incappo nel brasiliano “Sandro Chagas” e superandolo mi dico: se questo Chagas è meglio stargli davanti. Arrivo In cima, arrivo stanchino è un po’ infreddolito. Mi vesto ed approfitto per mangiare una barretta e un gel. La discesa del Pordoi verso il bivio Sella non mi è mai piaciuta, fredda, tante buche ed altrettanti cambi di luce. E’ l’unica della giornata che affronterò con relativa prudenza.
Ecco il Sella. Corto e amaro. Ma per fortuna corto. Lungo le rampe raggiungo l’inglese Benjamin Stratton che è un ciclista protagonista di uno strano caso. E’partito vecchio e lento ed è arrivato giovane e scattante. Per fortuna mentre lo supero è ancora anzianotto e piuttosto lentino. Ma ormai sono in vetta. E’quasi fatta, le gambe sono ormai “gambose” ma manca solo il Gardena.
Mi lascio andare in discesa e sull’ultima salita sorpasso “Enrico Noia” lasciandolo alla sua triste esistenza. In cima un occhiata al crono e poi via, la discesa verso Corvara a tutta e l’arrivo in volata sono adrenalina e divertimento puro.
La quinta Maratona è in saccoccia. Quattro minuti meglio dell’anno scorso. Alla faccia delle magagne e della vecchiezza.
Oggi, come mai “Tempus fugit…Panta manent””
Il nostro Prampy ci ha trasmesso le sue impressioni sulla giornata di gara: “….cinque anni di attesa…. passione, fatica, sudore e impegno per un unico obbiettivo…L’ARRIVO!!!
Partenza con clima ideale, adrenalina a mille, esperienza unica e super emozionante dove ad un certo punto la fatica si è fatta sentire, proprio ad un passo dalla fine sono arrivati i crampi sul Falzarego, ma la voglia di arrivare e di portare a termine un sogno dopo un attesa di 5 anni non aveva eguali.
Ho tagliato il traguardo in un tempo da me prestabilito. Stanchezza tanta, ma soddisfazione unica!
Panorami spettacolari e gara da fare almeno una volta nella Vita per chi ha questa passione!”
Questa la classifica dei nostri atleti per il percorso di 138 km, 106 km e 55 km:
138-M4 359. Sanapo Michele 1979 – 7:56.21,6
106-M6 108. Radovini Renato 1972 5:28.37,3
106-M6 173. Federico Enzo 1972 – 5:59.09,9
106-M3 125. Pramparo Christian 1986 – 6:43.03,3
106-M7 306. Skerl Andrea 1965 6:56.04,6
55-M7 47. Scarabat Andrea 1967 3:28.10,2